Lo scavo della chiesa di San Michele di Pegazzano (La Spezia) – campagna 2017: la sequenza stratigrafica dell’Area 2000

Introduzione

L’intervento di scavo stratigrafico effettuato nell’area 2000, ha permesso di documentare una sequenza temporale che va dal periodo corrispondente alla costruzione della chiesa, che in base alla fonte epigrafica visibile in situ (VECCHI 1981-1982) è databile al 1348, all’età sub-attuale.

Nell’area corrispondente all’attuale sacrestia, realizzata tra il 1915 e il 1940 come riportato nella relazione di Don Calcagno del 1915-40 (APSMAP), la lettura della stratigrafia conservata in situ risultava infatti problematica, a causa dello scavo di un saggio di verifica (US -2025), non meglio documentato e non noto alla Soprintendenza, che nel tentativo di seguire l’andamento delle strutture murarie visibili (US 2004 e US 2005) ha in verità asportato i depositi ad esse legati, e a causa della realizzazione e del successivo smantellamento di una canaletta scannafosso (US 2006/US 2007), realizzata lungo il muro est della chiesa e poi obliterata agli inizi del Novecento, in concomitanza alla costruzione della sacrestia stessa.

Obiettivo principale dello scavo realizzato in questa parte della chiesa, era quindi chiarire la natura e la cronologia delle strutture murarie già visibili (US 2004 e US 2005) e verificare la cronologia della struttura muraria US 2029, corrispondente al muro perimetrale est della chiesa medievale.

Periodo I, Fasi 1-2: Età contemporanea e sub-attuale (XX secolo)

Come riportato dalla già citata relazione, agli inizi del Novecento questa porzione dell’edificio ecclesiastico è interessata da alcuni lavori e interventi di risanamento e ampliamento realizzati da Don Calcagno.
Al fine di costruire un vano in ampliamento verso occidente, testimoniato dalla muratura US 2027 (con fondazione US 2009, US -2011), che andasse a raccordarsi con la cappella terminale della chiesa e costituisse una nuova e più ampia sacrestia, nell’area furono demoliti il perimetrale ovest dell’antica sacrestia (US 2004), rasato a livello dell’attuale piano di calpestio, e la spalla meridionale dello scannafosso (US 2006/2007).

A livello stratigrafico, anche se nella porzione centrale i depositi erano in parte già asportati dal taglio sub- attuale sopra menzionato US -2025, sono stati documentati e rimossi gli strati preparatori (US 2002 e US 2003) dello strato pavimentale in cemento della sacrestia attuale (US 2001).
Inoltre nella porzione est del saggio è stato messo in luce il riempimento in materiale cementizio (US 2009) della fossa di fondazione (US -2011) del muro est della sacrestia attuale (US 2027), mentre a ovest è stato documentato uno strato limo-sabbioso con materiali di scarto (ceramica, metallo, malta, schegge di ardesia), utilizzato per obliterare la canaletta scannafosso (US 2006-2007) una volta defunzionalizzata e smantellata.

Periodo II, Fase 1: Età moderna (fine XVI-XVIII secolo)

Proseguendo con lo scavo è stato individuato uno strato antropico con tracce di carbone, frammenti di calcare e schegge di ardesia (US 2008), a cui, per caratteristiche e rapporti stratigrafici con il muro est della sacrestia e con la canaletta scannafosso, è stata associata la Paleosuperficie US 2019 (Fig. 1).

In un periodo compreso tra la fine del XVI secolo e l’inizio del secolo successivo, mentre all’interno della chiesa veniva smantellato l’abside medievale ed era stato attivato il cantiere per la costruzione di quello nuovo (BALDASSARRI 2017), anche l’area esterna a est della chiesa fu interessata da degli interventi di ristrutturazione, prima per la costruzione della piccola sacrestia, citata nelle fonti archivistiche tardo cinquecentesche, come la visita apostolica di Mons. Peruzzi del 1584 (AVLS, FREGGIA 2010), e testimoniata dalla struttura muraria US 2004, e poi della canaletta scannafosso in laterizi con spallette e copertura in lastre litiche (US 2006/US 2007).

All’interno del taglio per la costruzione della canaletta (US -2016), nel profilo del quale si perdono le tracce del taglio realizzato per il suo smantellamento, si individuano sia alcuni strati preparatori per la realizzazione del piano in laterizi (US 2017 e US 2021), sia alcuni strati relativi al danneggiamento della vicina struttura US 2005, ossia US 2021 e US 2013, che nella sua porzione ovest risulta disturbata da questa attività posteriore.

Periodo II, Fase 2: Bassomedioevo (XIV secolo)

Al di sotto di US 2008 sono stati individuati alcuni strati a matrice argillo-limosa, sterili e privi di materiali, per cui si può ragionevolmente immaginare un’origine naturale: US 2010, che si appoggia alla struttura muraria US 2005, e che probabilmente ha vissuto in fase con essa, e US 2012, che è lo strato sul quale la suddetta struttura risulta fondata, e a cui è stata attribuita la Paleosuperficie US 2018 (Fig. 2).

Essa rappresenta la parte visibile dell’area esterna alla chiesa medievale, dove nel corso del medioevo, è stata costruita una struttura muraria (US 2005), probabilmente pertinente alla chiesa, la cui funzione è risulta ancora da chiarire.
Essa presenta un andamento nord-sud e risulta parzialmente riutilizzata come piano di fondazione di US 2004. Dall’osservazione dell’unico prospetto visibile, ossia quello occidentale, la struttura risulta fondata contro terra in fossa stretta, e realizzata in ciottoli di arenaria di pezzatura medio-grande e scapoli e lastre di calcare, posti in opera a bancate e disposti sullo stesso piano, e alternati a strati di malta di calce.

Anche se non si può escludere la possibilità che la sua cresta di rasatura sia stata risistemata al momento della fondazione di US 2004, forse per ottenerne una sorta di marciapiede o passo aderente al lato esterno del perimetrale della sagrestia, in base ai dati stratigrafici si può ipotizzare che l’US 2005 non fosse un’opera pensata per svilupparsi molto in elevato.

Periodo III, Fase 1: Medioevo (ante XIV secolo)

Nella porzione nord-ovest del saggio, con l’asportazione del piano in laterizi della canaletta (US 2007) e degli strati preparatori per la sua costruzione, è stata messa in luce e documentata una porzione della risega di fondazione (US 2022) del muro perimetrale orientale della chiesa bassomedievale (US 2029), realizzata in ciottoli e scapoli litici su filari sdoppiati e lievemente aggettante rispetto alla parte in elevato della struttura (PARODI 2017).

Stando alle evidenze stratigrafiche, si può ipotizzare che il paramento, realizzato con in ciottoli di arenaria e scapoli di calcare, sbozzati o spaccati e posti in opera su corsi sub-orizzontali, sia stato costruito realizzando una fossa di fondazione molto stretta (US – 2028), di cui non è stato possibile individuare le tracce evidenti nel limitato approfondimento realizzato (Fig. 3).

Il periodo anteriore alla costruzione della chiesa e delle altre strutture, probabilmente sempre riferibile all’età medievale, è testimoniato da una serie di strati naturali a matrice argillosa, con alcuni filoni o intrusioni di arenarie in forte stato di degrado e di ossidazione, legate alle infiltrazioni di acqua dalle aree più rilevate del pendio (US 2014, 2023, 2024).